Maratona di Milano – Sensazioni e Riflessioni
Bella maratona! Sotto l’acqua a 10 gradi, ma, contrariamente alle mie aspettative, mi è piaciuta!
In effetti le premesse non erano della miglior specie: le precedenti edizioni avevano sempre lascaito la testimonianza di una gara difficile da apprezzare, soprattutto per la scarsa simpatia dei milanesi nei confronti degli atleti che corrono (abbiamo memoria dei clacson furiosamente attivi a sostegno di automobilisti in preda all’ira più funesta!).
Poi il recente cambiamento di percorso, con lo spostamento della partenza nella zona periferica di Rho-fiera aveva non di meno alimentato altri malumori che nell’insieme hanno contribuito a dare di questa gara un’immagine non propriamente positiva.
Beh, quest’anno l’ho corsa anche io, pensando di sfruttare il percorso come un allenamento lungo in vista della maratona di Stoccolma. Quindi sono partita con poche pretese (“Tanto si tratta di una corsa comoda vicino a casa”).
E invece l’ho trovata una bella gara, con un bel percorso che si è snodato per i punti più caratteristici del centro di Milano (il Duomo!) e con una organizzazione apprezzabile, soprattutto nei punti di partenza e di arrivo, ma anche lungo il percorso. Unico neo: un villaggio maratona un po’ “asettico” nella sua essenzialità.
Ma veniamo alla mia corsa. Come sempre mi sono divertita nella fatica dei 42 chilometri, per di più sotto una pioggia incessante: mi sentivo bene, nonostante fossi partita un po’ timorosa, perché sapevo di non essere allenata adeguatamente (non avevo fatto i lunghi!!!!). Visto il ritmo che riuscivo a tenere, ho addirittura nutrito l’incredibile speranza di abbassare il personale. Ma il muro del 35 km mi ha fatto decisamente ricredere: i lunghi mancanti si sono fatti sentire e il mio passo si è inevitabilmente rallentato.
Ma ho chiuso comunque bene la mia gara, molto felice di tagliare il traguardo con un tempo ragguardevole (per i miei gusti!), nel tentativo (vano) di raggiungere (o superare?!) il mio compagno di squadra.
PS. Per il tifo e la musica di supporto: in generale le maratone italiane sono ancora un po’ tutte moto lontane dai modelli internazionali
Patrizia
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